Con gli occhi di una figlia, mio 2° libro; ecco qualche pezzo:
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Non provo pena, ma tenerezza, amore infinito, immensa stima di te, di tutto quello che hai fatto, per tutto quello che sei riuscita a darmi.
Sei bellissima anche adesso che le rughe ti solcano il volto, segnato dal tempo.>>
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Tanti, troppi.
Avrei ancora voglia di essere cullata tra le tue forti braccia, che mi tenevano stretta accarezzandomi dolcemente mentre mi raccontavi le favole e mi cantavi la ninna nanna.
Ho ancora il ricordo di te, del tuo profumo e della tua dolce voce che cantava.
Non volevo mai dormire.
Non volevo addormentarmi.
Volevo ancora sentire la tua voce che mi sussurrava le parole giuste a calmarmi, che mi facevano stare bene, che mi facevano sentire protetta, coccolata.
Ti avevo tutta per me.
In quel momento, non dovevo e non volevo dividerti con nessuno.
Solo tu ed io.
E anche adesso non riesco a staccarmi da te.
Vorrei cullarti io e tenerti stretta e dirti tante cose.
Tante parole.
Come tu le hai dette a me.
Vorrei proteggerti da tutto.>>
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Perché non bastano mai le parole.
Non bastano, per riempire il silenzio della vita.>>
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E’ il tuo preferito.
Lo so perché anche se non l’hai mai detto esplicitamente, hai riempito la casa di questo fiore colorato di un giallo vivo.
Vivo.
Proprio come te.
Instancabile, libera.
Che s’illumina e si nasconde, a seconda di dove risplende la luce.
Di girasoli in casa, ne abbiamo a bizzeffe.
Sono dappertutto.
Sono stampati sulle tovaglie, sugli asciugamani, sulle porcellane.
Sono dentro ai vasi.
In ogni stanza.
Hai colorato di luce questa casa.
Hai colorato di luce questa vita.
La mia.
Per questo, grazie mamma.
Per questo e per molto altro ancora.
Adesso che sei china sulla tua scrivania a scrivere, ne approfitterò per uscire.
Andrò a comprarti un girasole bellissimo e molto colorato, che illumini la tua giornata di una luce vera, chiara, immensa, che filtri da fuori le finestre di casa e si mischi col sole.>>
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